(VIDEO) Cutro, in centinaia alla tradizionale Farsa di Carnevale

Foto di Nadia Lucisano

le immagini del video sono state realizzate da Ernesto Sestito e Franco Procopio

CUTRO – Dopo 45 anni la tradizionale farsa del martedì grasso torna a Cutro, un evento del popolo per il popolo, che ha fatto rivivere lo spirito burlesco e allegorico del Carnevale popolano.

La manifestazione “A scattatu Carnalivari” è stata patrocinata dal Comune e supportata dalle associazioni cittadine che hanno collaborato a vario titolo alla riuscita dell’evento. Ma l’idea e organizzazione sono di Pierluigi Virelli, musicista e ricercatore della cultura calabrese e fondatore di “Innesti” un’associazione per il recupero e la promozione delle tradizioni. Dopo aver trascorso gli ultimi quindici anni tra gli Stati Uniti e il Nord Europa, torna a Cutro con una scommessa: far rivivere al territorio e alla comunità gli usi e costumi oggi sconosciuti e dimenticati, per restituire quella memoria storica essenziale al riconoscimento dell’identità collettiva. Siamo alla seconda edizione, la farsa di Carnevale è diventata una festa nella festa, portata fino a noi grazie alla ricerca storica condotta da Virelli attraverso le testimonianze degli anziani del paese. Il valore aggiunto è stata la partecipazione attiva della cittadinanza fin dalla fase preparatoria, è stato creato per l’occasione un gruppo di lavoro qualificato: dal grafico, alla comunicazione, all’allestitore, la sarta, i fotografi, videomaker e non per ultimi i “tutto fare” essenziali per la logistica, un lavoro di squadra dunque.

Il corteo funebre in maschera è partito da Piazza “Gio Leonardo di Bona” con in testa anziani suonatori venuti per l’occasione da diverse parti della Calabria; suonatori di zampogna accompagnati da ragazzi molto giovani all’organetto e ai tamburi che, hanno fatto ballare a suon di tarantelle, tutti i presenti dai bambini ai più adulti.

Un corteo inclusivo e partecipato quello che ha attraversato quasi tutti i principali rioni del paese, da quelli centrali a quelli più periferici. Una farsa itinerante, in cui i luoghi simbolo del paese sono diventati un teatro a cielo aperto per i personaggi, tra questi il Palazzo Comunale, dal quale, il sindaco, Salvatore Divuono, e alcuni assessori della sua giunta, sono scesi in piazza ad accogliere il “sindaco personaggio” della farsa. Un gesto simbolico e di conciliazione, nel giorno della derisione dei poteri e delle cariche politiche, dove i cittadini si fanno portavoce del dissenso e della contestazione.

Il canovaccio della farsa è stato ideato da Pierlugi Virelli, rigorosamente in dialetto cutrese, che attraverso le voci dei cinque personaggi tratta temi di attualità sociopolitica, così Cutro e la Calabria diventano l’espressione locale di problematiche nazionali. La farsa per Virelli vuole essere un monito ai propri concittadini verso dei comportamenti culturalmente accettati, come la sfiducia verso la politica e le istituzioni, il dirompente individualismo che genera conflitti sociali e la rassegnazione verso un futuro già scritto.

Attraverso l’allegoria e lo spirito satirico della farsa si è voluto trasmettere un messaggio di speranza, di rinascita e di partecipazione attiva dell’individuo che, nei confronti dei poteri forti, dovrebbe “farsi cittadino” e ricostruire un nuovo senso di comunità.

I personaggi storici della farsa sono stati impersonati in prevalenza da giovani cutresi che si sono calati nelle parti con entusiasmo e partecipazione, come quella del medico, del notaio, del prete, della suora, della moglie di Carnalivari, Quaresima, che insieme alle piagenti ha accompagnato la bara fino alla tappa conclusiva.

Tutta la società cutrese, svestita dalle rappresentanze, è stata presente, tantissimi i bambini provenienti dalle scuole di Cutro e di Crotone, professionisti, insegnanti, contadini e giovani, uniti nello spirito burlesco e dai colori del Carnevale si sono resi attori della farsa.

Nella Piazza principale, sono state centinaia le persone ad attendere il corteo per dare fuoco al fantoccio di “Carnalivari”, un momento rievocativo e fortemente sentito dai cutresi. Con il rituale del fuoco si bruciano le cose vecchie dell’ anno passato e si rigenera per l’anno nuovo, si dà così inizio alla Quaresima, il periodo del digiuno e della spiritualità.

La festa si è conclusa con la degustazione del piatto tipico cutrese del martedì grasso “U pignatu” e con le suonate e le ballate tradizionali. (Comunicato Stampa)