Un italiano su due ha difficoltà nell’acquisto dei farmaci

MILANO – Quasi un italiano su due ha difficoltà ad acquistare medicine e uno su quattro ha pagare visite specialistiche. Casalinghe e pensionati sono quelli più in difficoltà, visto che nell’ultimo anno il 50% ha rinunciato almeno ad un farmaco. Ma non se la passano bene neanche i lavoratori precari: 41% di quelli che vivono in famiglia ha comunque dovuto rinunciarvi nonostante ne avesse bisogno e il 40% tra quelli che vivono soli. Tra chi ha un lavoro stabile, la percentuale scende al 39% tra chi ha famiglia e al 46% tra i single. È quanto emerge dall’indagine Doxa, realizzata per Banco Farmaceutico, “Nuove povertà e bisogni sanitari”. Il report, presentato presentato oggi durante il congresso “Farmacista più”, si basa sulle interviste a un campione 1.024 persone maggiorenni. “Le difficoltà economiche non investono solamente le fasce tradizionalmente considerate povere, ma buona parte degli italiani – commenta Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico -. I dati che abbiamo presentato oggi testimoniano come, da un lato, conoscere il fenomeno sia la condizione necessaria per poterlo affrontare; dall’altro, quanto il mondo del non profit e la carità di chi lo alimenta rappresentino, oggi come non mai, beni oggettivi e irrinunciabili, fattori decisivi da cui partire per ricostruire la nostra società”.

Il 45% degli italiani dichiara di avere in famiglia almeno un caso di patologia rilevante e nel 54% dei casi ha dovuto rinunciare a qualcuno dei farmaci necessari. E quando le malattie sono più di una, aumentano le difficoltà nell’acquisto dei farmaci: in caso di 2-3 patologie, le rinunce salgono al 57% e con quattro patologie o più al 64%.

Per quanto riguarda le visite specialistiche, quelle che saltano per problemi di budget familiare o personale sono soprattutto quelle per la riabilitazione e il dentista, ma anche il più banale esame del sangue. Il 26% degli intervistati ha detto che ci ha rinunciato nell’ultimo anno. Tra i single con lavori precari – la categoria più a rischio – il tasso di rinuncia raggiunge il 41%, mentre tra i pensionati e le casalinghe il 38% se vivono in famiglia, il 34% se vivono da soli. L’aspetto poi sorprendente è che non chiedono aiuto. Solo l’1% dichiara di aver ricevuto supporto da enti assistenziali. (Agenzia Redattore Sociale)

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