Rogo a Tor Sapienza, brucia discarica palazzo occupato: persone in strada

È stato dichiarato inagibile e posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria l’immobile occupato di via Raffaele Costi situato a ridosso dell’autostrada A24, nel quartiere Tor Sapienza a Roma, che da ieri è avvolto da una fitta cortina di fumo. Ad andare in fiamme, non è chiaro se in maniera accidentale o dolosa, gli enormi cumuli di rifiuti accatastati nel tempo dagli occupanti: plastica, legno, elettrodomestici, materassi, rifiuti organici. Una montagna alta circa 2 metri che si snoda su circa metà del perimetro dell’edificio. I vigili del fuoco sono al lavoro per domare gli ultimi focolai dell’incendio che ha coinvolto anche parte dello stabile.

“È molto dura, le fiamme ripartono di continuo, dal fondo dei cumuli di spazzatura”, raccontano alcuni vigili. Lo stabile, sgomberato due anni fa, è stato successivamente occupato di nuovo. A marzo, si era parlato di un altro intervento, ma non è stato così. In strada questa mattina, accampati in un vicino distributore di benzina, gli ex occupanti. Secondo quanto si apprende, si tratterebbe di circa 100 persone tra rom, stranieri e anche alcuni italiani con una famiglia di 3 persone: Emanuela, Enrico e il piccolo Damiano. Una famiglia a cui il Comune di Roma nei mesi scorsi aveva proposto un alloggio all’interno del campo nomadi di via di Salone. “Viviamo qui da 3 anni– racconta Emanuela- ora che faremo? Se andrò in casa famiglia, mi separeranno da mio marito e questo non lo voglio”.

È una situazione inaccettabile, in tanti sono venuti a constatare lo stato dei fatti, ma nessuno ha mai fatto niente. Nessuno può dire che non sapeva“, spiega all’agenzia Dire Roberto Torre, presidente del Comitato di quartiere di Tor Sapienza. Lo stabile, e l’attigua discarica a cielo aperto andata in fiamme, sono stati oggetto di uno specifico sopralluogo della commissione parlamentare di inchiesta su sicurezza e degrado delle città, presieduta da Andrea Causin di Forza Italia, il 20 dicembre del 2016. Intanto per gli occupanti, in strada resta l’incertezza: “Ora che faremo? Dove andremo?”. Una nuova grana dopo il caso del palazzo sgomberato di via Curtatone. (DIRE)