Processo Catia Viscomi, in coma dopo cesareo: il 23 novembre la requisitoria del Pm

Catia Viscomi

(di Francesca Caiazzo) Arriva alle battute finali il processo in corso di svolgimento presso il Tribunale di Catanzaro, che dovrà far luce sul caso di Catia Viscomi, la giovane oncologa soveratese in coma dal maggio 2014 dopo aver dato alla luce il suo primo figlio all’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro.

La donna, come si ricorderà, era stata sottoposta a un cesareo la notte tra il 6 e il 7 maggio di tre anni fa ma qualcosa in sala operatoria andò storto e da allora non si è più svegliata dal coma.

Dopo una prima richiesta di archiviazione, l’indagine – grazie alla caparbia dei familiari – è proseguita fino ad approdare in un’aula di giustizia. Il procedimento vede imputati due medici dell’ospedale catanzarese, il ginecologo, Francesco Quintieri e il primario del reparto di Anestesia, Mario Verre.

Entrambi sono accusati di lesioni colpose gravissime. Inoltre, Quintieri, a capo dell’equipe in sala operatoria, non avrebbe vigilato sull’operato dell’anestesista ed avrebbe redatto un verbale post operatorio non corrispondente al reale svolgimento dei fatti e per questo è accusato anche di falso ideologico.

Verre risponde inoltre del reato di abuso d’ufficio per aver consentito al medico anestesista – in seguito deceduta – di continuare a esercitare la professione, nonostante le ripetute segnalazioni, che la descrivevano come incompatibile con l’attività di sala operatoria.

Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Catanzaro, Pietro Carè. La prossima udienza è prevista per il 23 novembre quando il Pm dovrebbe svolgere la sua requisitoria. Si dovrebbe proseguire poi con l’arringa degli avvocati della difesa prevista per il 25 gennaio 2018, giorno in cui potrebbero anche essere ascoltati gli avvocati di parte civile.

“La nostra speranza è che dalle conclusioni del Pm emergano tutti gli elementi che sono alla base del processo” ci dice il marito di Catia, Paolo Lagonia, che almeno due volte a settimane si reca a far visita a sua moglie presso la Casa di cura S.Anna di Crotone, centro di riferimento regionale per le gravi cerebrolesioni ad alta specialità riabilitativa dove è ospitata ormai da tre anni e mezzo.

Paolo e tutti i familiari di Catia non si sono mai arresi e stanno portando avanti una battaglia che non è solo giudiziaria. La ricerca della verità è un atto doveroso per dare delle risposte ai tanti interrogativi che costellano questa brutta storia. Che vede una madre in coma e un bambino che sta crescendo senza i suoi baci e le sue carezze.