PD, Renzi si dimette: “Scissione è ricatto”

Fuori di qui ci stanno prendendo per matti. La scissione ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. Lo dice Matteo Renzi all’assemblea del Pd. “Adesso basta, si discuta oggi ma poi ci si rimetta in cammino. Io spero che si possa camminare insieme, ma non possiamo continuare come in questi due mesi a stare fermi e a discutere al nostro interno”, aggiunge.

“Vorrei che potessimo iniziare scegliendo una parola chiave e propongo la parola  ‘rispetto’“.

“Siamo fermi e impelagati nel dire ‘congresso si’-congresso no’. Lo voglio dire in totale chiarezza. Resti agli atti cio’ che e’ accaduto in questi mesi. Io ho cercato di accogliere le proposte degli altri. Sono stato insultato andando all’assemblea del 18. Due delegati dell’assemblea, due amici storici, mi hanno detto bonariamente a male parole che stavo commettendo un errore. Non proprio cosi’, ma si puo’ immaginare cosa mi hanno detto”, spiega Matteo Renzi all’assemblea Pd.

“Ho accettato la proposta di Piero Fassino, ho comunicato formalmente le dimissioni. Il congresso ha dei tempi statutari. La parola scissione e’ una delle parole piu’ brutte. Peggio c’e’ solo la parola ricatto. E la scissione e’ stata usata come un ricatto”.

“E’ molto piu’ di sinistra quello che ha fatto Teresa Bellanova, di cio’ che hanno fatto certi convegni per anni e anni. Per l’attenzione agli ultimi. E’ molto piu’ di sinistra affrontare il tema dei diritti e dei doveri con uno sguardo nuovo, che non crogiolarsi con riferimenti a simboli del passato. Fare investimenti sui cantieri sociali e’ molto piu’ di sinistra. E anche se non canto ‘bandiera rossa’ e non vengo dalla tradizione socialista, penso che il Pd abbia un futuro che non e’ quello che altri immaginano“, ha detto Renzi.

“E’ solo uno scontro di potere. Si’. Ma non solo come ambizione alla carica di segretario. C’e’ qualcosa di piu’: a chi appartiene il potere nel Pd?”, chiede Matteo Renzi all’assemblea del Pd. “Noi non buttiamo fuori nessuno. Ma la condizione per cui tutti si possa stare dentro non e’ che si possa andare d’accordo nella logica dei veti. Per cui tu metti un veto li’ e io lo metto su un’altra cosa. Il potere appartiene ai cittadini che votano alle primarie, non ai caminetti e alle correnti”, aggiunge.

“Basta con la discussione e con le polemiche sul governo. Vi chiedo un applauso per Paolo Gentiloni e per il suo governo, e per quello che stanno facendo. E’ impensabile che si trasformi il congresso in un congresso sul governo. Sarebbe un errore allucinante per tutti. Io non ho cambiato idea. Rispettiamo i poteri del governo e i poteri costituzionali del presidente della Repubblica e diamo tutti una mano perche’ vada avanti”, dice Matteo Renzi.

“Non potete chiedere a chi si dimette di non cnadidarsi perche’ cosi’ si svita la scissione. Perche’ questa non e’ una regola del gioco democratico”. Lo dice Matteo Renzi all’assemblea pd rivolto alle minoranze dem. “Ho pensato che poteva valere la pena di fare un passo indietro, per sistemare questa assurda situazione. Ci ho pensato sul serio. Perche’ mai come in questi due mesi e mezzo- aggiunge- abbiamo ascoltato tutti. Ma accettare oggi che si possa dire di ‘no’ a una candidatura e eliminare un problema eliminando una persona, significa fare passare il messaggio che siamo tornati al partito da cui ci eravamo allontanati. Che si sta insieme contro qualcuno, e non per qualcosa. Non accetteremo mai e poi mai di consentire a qualcuno di dire: ‘Tu no, tu non sei della nostra comunita’. Avete il diritto di sconfiggerci, non di eliminarci. E’ un concetto che vale l’idea stessa di comunita’ democratica”. (DIRE)

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