Etiopa, un’app per parti più sicuri in casa

ETIOPIA – In Etiopia, dove nove donne su dieci partoriscono in casa, bastera’ un telefono cellulare per salvare le vite di mamme e neonati in caso di parti difficili. Grazie alla ‘Safe delivery app‘ (Applicazione per il parto sicuro, ndr) creata dalla Fondazione per la maternita’ della cooperazione allo sviluppo danese si potra’ infatti accedere a istruzioni di base e filmati per prevenire e gestire emorragie, infezioni e complicazioni di vario genere legate al parto. “Le ostetriche che aiutano le partorienti in casa hanno esperienza e competenze ma non sempre sono in grado di effettuare le manovre che consentono di evitare il rischio di decesso nei parti difficili” spiega Mesfin Wondafrash, responsabile del programma nel Corno d’Africa. “Da oggi invece, con l’ausilio di una semplice app, che una volta scaricata e’ semprefruibile sullo smartphone anche in assenza di connessione Internet, potranno affrontare anche i casi piu’ complessi e scongiurare il peggio”.

Secondo le stime ufficiali, l’85% dei neonati etiopi viene dato alla luce nelle case. “L’ospedale viene visto come un’opzione a cui ricorrere solo in caso di difficolta’ maggiori. Ma non sempre, quando queste si verificano, c’e’ il tempo di recarvisi” aggiunge. E il programma, che ha gia’ dato risultati incoraggianti in un test effettuato nella regione Oromo, sara’ ancor piu’ utile nelle localita’ lontane dai presidi sanitari. Qui spesso, l’unico aiuto che una donna riceve durante il parto e’ quello fornito da una parente o un’ostetrica del villaggio. La Fondazione, il cui motto e’ “nessuna donna dovrebbe morire nel dare la vita” vuole avvalersi del sempre crescente utilizzo di telefoni cellulari in Africa per sfruttare “il potenziale inesplorato” delle nuove tecnologie in campo sanitario. La app, disponibile in inglese e in diverse lingue locali, e’ in fase di sperimentazione e sta per essere lanciata anche in Ghana, Tanzania e Guinea. “Se riusciremo a equipaggiare 10.000 operatrici sanitarie e ostetriche entro il 2017- osservano i responsabili- avremo assicurato una maggiore protezione in caso di parti difficili per circa un milione di donne”. (DIRE-MISNA