Affidamento condiviso o diviso? Se ne parla venerdì 12 gennaio al Tribunale di Cosenza

“Affidamento condiviso o diviso?” è l’evento formativo organizzato dalla presidente dell’associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani della Sezione Distrettuale di Catanzaro, avvocato Margherita Corriere, e dal presidente della Società Italiana di Scienze Forensi, dottoreMarco Pingitore, con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza.

La tavola rotonda, a cui prenderanno parte illustri magistrati, avvocati, mediatori familiari, psicologi e psichiatri, si terrà venerdì 12 gennaio 2018, alle ore 15.30, presso la Biblioteca “Arnoni” del Tribunale di Cosenza.

Il delicato quanto attuale tema sarà introdotto dai saluti dell’avvocato Vittorio Gallucci, presidente dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Cosenza. All’introduzione dei lavori seguirà la tavola rotonda moderata dal giornalista Valerio Caparelli, addetto stampa regionale dell’AMI.

Si parlerà dell’affidamento condiviso e di quello che è lo stato dell’arte oggi con: Filomena De Sanzo, giudice del Tribunale di Cosenza; Vincenzo Di Pede, giudice del Tribunale di Castrovillari;Alessandra Angiuli, giudice del Tribunale di Crotone; Fiorella Palazzo, giudice del Tribunale di Brindisi e coordinatrice del Gruppo di Lavoro “Linee guida del Tribunale di Brindisi”; Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani; Mariella Fanuli, mediatrice familiare e componente del Gruppo di Lavoro “Linee guida del Tribunale di Brindisi”, come il prof. Marino Maglietta, presidente dell’associazione “Crescere Insieme”;Giovanni Battista Camerini, neuropsichiatra infantile e psichiatra, nonché presidente della SISF di Bologna; Margherita Corriere, presidente AMI della Sezione Distrettuale di Catanzaro; Marco Pingitore, psicologo-psicoterapeuta e presidente della Società Italiana di Scienze Forensi.

La partecipazione all’evento formativo è aperto a tutti, gratuito e dà diritto a 3 crediti formativi per gli avvocati.

“Oggi, è veramente attuato un serio e autentico affidamento condiviso, oppure si cela, sotto mentite spoglie, un affidamento che di fatto esclude dalla vita della prole la figura genitoriale, che non è la collocataria prevalente dei figli?”.

Questa una delle principali domande cui daranno delle risposte gli illustri ospiti. Ma saranno poste anche domande come: “che differenza c’è tra l’Italia e il resto d’Europa in tema di affidamento condiviso? In Italia esiste ancora la maternal preference? Quale dev’essere la condotta del legale dei genitori al fine di favorire un autentico affidamento condiviso? E infine, quali strategie si devono attuare nelle coppie molto conflittuali a tal fine?”

Il diritto alla bigenitorialità è un diritto fondamentale dei minori, riconosciuto non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. La bigenitorialità rappresenta quel diritto di ogni bambino, di ogni adolescente, di avere sempre rapporti continuativi e significativi con entrambi i genitori, sebbene costoro siano separati o divorziati.

I minori hanno bisogno di iniziare a percepire il rapporto tra i genitori non più come conflittuale ma come un rapporto dove il conflitto lascia pian piano spazio a una relazione che, se non è più quella di amore tra i coniugi, almeno possa essere quella di un rapporto civile ed equilibrato, nell’ambito del quale possano essere assistiti, curati, educati, amati da entrambi i genitori.

Madre e padre, nella loro peculiarità, hanno importanti compiti per una crescita equilibrata della prole. E infatti, l’amore materno viene considerato il punto di partenza per la formazione di una personalità sana.

D’altra parte il professore Giovanni Bollea, grande neuropsichiatra infantile, affermava che il bambino porta avanti il suo continuo lavoro di adattamento al mondo esterno prevalentemente attraverso il padre e che l’instaurarsi di una relazione significativa, sicura e costante con il padre permette un adeguato sviluppo sociale ed emotivo della prole.

Insomma, i bambini per una loro armoniosa crescita hanno bisogno della presenza di entrambe le figure genitoriali: deprivarli di una delle due significa strappare loro un punto di riferimento fondamentale per il loro equilibrio affettivo-relazionale.

Ecco perché occorre salvaguardare ai minori un autentico e serio affidamento condiviso, al fine di farli crescere tutelando il loro equilibro psicofisico e un sano relazionarsi affettivo. (Comunicato Stampa)